L’INFIAMMAZIONE DI
BASSO GRADO CHE ORIGINA NELL’ INTESTINO: KILLER SILENZIOSO PER LA NOSTRA SALUTE
Molto spesso l’attenzione, per quanto
riguarda la nostra salute, è rivolta al
mantenimento di una buona funzionalità
degli organi nobili del nostro organismo come il cuore e il cervello;
purtroppo l’importanza del nostro
apparato intestinale viene spesso messa
in secondo piano, dimenticando i riflessi importanti che può avere sul nostro
equilibrio psico-fisico. (Gerson M.D. -2013)
Scopo di queste mie note è quello di
contribuire a dare il giusto rilievo ad alcune sue proprietà fisiologiche sottolineando anche
l’importanza che svolge il suo contenuto rappresentato dal cosiddetto Microbiota
formato da 1000 miliardi di batteri e
meglio conosciuto come Flora Batterica; infatti lo strato interno della parete
intestinale protetto dall’azione dei cosiddetti batteri buoni, rappresenta
l’interfaccia tra l’ambiente che ci circonda e il nostro organismo e pertanto assume una sostanziale rilevanza in quanto
possiede una estesa superficie di scambio valutata nell’ordine di circa 200 metri quadrati.
La
stessa è fornita di cellule di rivestimento che sono interconnesse
da giunture molto serrate (denominate Tight Junctions) costituite da speciali
proteine (conosciute col nome di
Occludina e di Modulina) che selezionano
l’assorbimento delle sostanze derivate dai
vari processi digestivi e bloccano,
anche con l’aiuto del Sistema immunitario locale, l’ingresso di tossine e di microbi. (Fasano A.- 2011)
Purtroppo questa mirabile struttura anatomica può essere alterata da vari
fattori come: l’eccessiva e cronica produzione di cortisolo
che si verifica nello stress cognitivo e non, la somministrazione cronica di
farmaci antidolorifici (i Fans)
distruttori delle giunzioni intercellulari sopradescritte, l’uso prolungato di
inibitori della pompa protonica che annullando l’acidità gastrica favoriscono
purtroppo l’insediarsi nell’intestino di germi patogeni, la somministrazione di
chemioterapici oncologici, le sostanze
tossiche introdotte con l’alimentazione
(rappresentate dai conservanti, coloranti, pesticidi), le terapie antibiotiche a largo
spettro, la presenza di una eccessiva
sensibilità al Glutine da non confondere
con la Celiachia vera e propria. Tutti
questi elementi possono influire
negativamente sulla fisiologia del nostro intestino determinando
l’insorgenza di uno stato di Disbiosi a
carico della flora batterica e cioè di uno squilibrio tra il numero dei batteri
buoni e di quelli patogeni. A ciò contribuisce certamente anche una alimentazione squilibrata composta da una
quantità eccessiva di alimenti molto raffinati come lo zucchero bianco nelle
sue varie forme e i carboidrati con alto
indice glicemico, in assenza soprattutto di fibre solubili contenuti nella frutta e nelle verdure; ciò non soltanto è causa di flatulenza, gonfiore
addominale, alvo irregolare, dolori addominali, stanchezza immotivata, ma si accompagna anche ad una incompleta digestione delle proteine
che diventano cibo per i batteri anaerobi
di tipo proteolitico (enterococchi, stafilococchi, bacteriodes) che producendo
a loro volta sostanze tossiche denominate “Amine bioattive” come la Cadaverina,
la Putrescina, l’Indolo, lo Scatolo alterano anche il potere disintossicante del fegato. In aggiunta
a questo, oggi si sa che una dieta ricca di grassi saturi,
contenuti soprattutto nella carne rossa e in alcuni tipi di
latticini, modifica notevolmente la composizione del Microbiota causando una riduzione dei cosiddetti batteri buoni e
cioè dei Bifidobatteri e dei Lattobacilli e nello stesso tempo rende più
virulenti l’eventuale presenza di microrganismi
patogeni come: i miceti (la Candida albicans) , i virus, le salmonelle, i clostridi e i parassiti.
Persistendo questo sconvolgimento dell’habitat
intestinale si possono avere gravi ripercussioni sulla funzione di assorbimento della parete intestinale che diventando molto
permeabile e quindi poco selettiva
permette il passaggio nel torrente
circolatorio di sostanze nocive come
batteri patogeni, tossine di vario genere, frammenti di proteine poco digerite;
in breve si viene a creare uno stato di endotossiemia persistente che può sfociare in una infiammazione cronica generalizzata di basso grado che può interessare molti organi (Biffi E. - 2014);
quest’ultima è sostenuta dal Sistema Immunitario, il quale riconoscendo estranei (non-self) queste sostanze mette in atto una reazione con la sua
componente immunitaria Innata formata in particolare dalle cellule difensive
come i Neutrofili, i Monociti e i Macrofagi i quali producendo grandi quantità di
intermediari pro-infiammatori denominati citochine, il più importante dei quali
è conosciuto come TNF-alfa, vanno ad attivare un Fattore presente all’interno delle cellule di vari organi e
cioè l’ NF-kB che risulta essere un
fattore di trascrizione che regola l’attività di molti Geni pro-infiammatori;
quest’ultimo scatena anche effetti metabolici negativi, il più importante dei
quali è rappresentato dal blocco funzionale dell’Insulina; ne consegue un incremento
non soltanto della glicemia, ma anche del suddetto ormone (Resistenza insulinica) che a sua volta attivando l’enzima chiave
denominato 5-delta desaturasi favorisce
la produzione di acido Arachidonico a partire dagli acidi grassi Omega-6
(presenti abbondantemente nella nostra dieta) e con esso la produzione di Prostaglandine infiammatorie rompendo in definitiva l’equilibrio
con le Prostaglandine antinfiammatorie derivate dagli Omega-3. Il risultato di
queste varie reazioni a catena è rappresentato dall’instaurarsi di una
infiammazione cronica che costituisce un fuoco nemico che ha un ruolo
fondamentale nell’insorgenza di almeno il
60% delle malattie più comuni. Essa è
subdola e quindi più nociva in quanto danneggia lentamente la normale struttura
anatomica e la funzione di alcuni
organi; i sintomi aspecifici più comuni sono rappresentati da: cefalea, stanchezza
immotivata, dolori diffusi, turbe del sonno e dell’umore. Purtroppo in assenza di una risposta risolutiva può essere una concausa della cosiddetta “Sindrome
metabolica” che si caratterizza per: sovrappeso/obesità, diabete-2, ipertensione
arteriosa, alterazione dei grassi nel sangue con le relative e ben note complicanze cardio-circolatorie (P.D. Cani,
Osto M. - 2012); inoltre può risultare
alla base di alcune malattie immunologiche (come l’osto-artrite,
alcuni tipi di Allergie), di malattie neurologiche degenerative legate ad un
processo di neuro-infiammazione in quanto le citochine pro-infammatorie sono
coinvolte nei processi di apprendimento, di memoria, di modulazione del dolore,
come si verifica nella Sclerosi multipla, nel Morbo di Parkinson, nel Morbo di
Alzheimer; inoltre della patologia tumorale, dell’Invecchiamento precoce. In
conclusione si può affermare che le più frequenti cause di morbilità e di decesso nel mondo
occidentale sono legate a processi patologici che hanno alla base uno stato di infiammazione cronica e che a sua
volta è il risultato di un Sistema
immunitario stimolato cronicamente.
Per diagnosticare questa affezione insieme alla clinica sopra ricordata può essere di
aiuto il laboratorio; è possibile trovare valori elevati di alcune sostanze
specifiche pro-infiammatorie come: le
Citochine IL-1, IL-6, TNF-alfa, IL-8; oltre la Proteina C-reattiva e la stessa Omocisteinemia.
Al fine di ridurre la frequenza della sua insorgenza è importante adottare uno stile di vita sano che comprende un’attività
fisica regolare, una riduzione dello stress e dei pensieri negativi che purtroppo fanno parte del nostro vivere quotidiano e
soprattutto ripristinare la normalità
della Flora batterica con una
dieta equilibrata in tutti i suoi componenti (come può essere la Dieta
antinfiammatoria Mediterranea), associando per lunghi periodi non soltanto i
cosiddetti Prebiotici contenuti nella frutta e verdura come l’Inulina, i
Polifenoli, i Fructani, i Betaglicani che nutrono i batteri buoni intestinali,
ma anche i Probiotici e cioè microrganismi viventi e vitali e quindi capaci di riprodursi; inoltre può
risultare conveniente l’introduzione di almeno 1,5 grammi/die di grassi
insaturi Omega-3 (EPA e DHA) i quali producono dei mediatori lipidici
denominate “Resolvine” che hanno importanti proprietà antinfiammatorie ed
immunoregolatrici. (Sheran C.N. – 2008)
Vorrei concludere queste mie note
sottolineando che una delle scoperte più importanti di questi ultimi anni è l’aver
capito che l’infiammazione di basso
grado rappresenta un meccanismo importante per spiegare la frequente insorgenza
delle malattie croniche più gravi di cui soffre l’umanità (Science – 2010).
Sono certo che tale scoperta permetterà ai clinici, sempre più, di comprendere in maniera unitaria e quindi di prevenire molte patologie che hanno un comune
denominatore e soprattutto di curarle più efficacemente in particolare consigliando e promuovendo uno
stile di vita più sana.
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