lunedì 22 aprile 2013

RIFLESSIONI DI’ UN CREDENTE SULLA GERARCHIA VATICANA DE DI OGGI

 In ogni epoca le problematiche e le contraddizioni  in seno alla chiesa cattolica sono nate soprattutto  a causa della coesistenza in essa di una religione quella cristiana, i cui fini da perseguire sono da sempre di tipo spirituale,  ed un microstato, la Città del Vaticano, con fini ed interessi terreni da raggiungere per mantenere un potere  politico-diplomatico sul piano internazionale. Non era sicuramente nei progetti  del Fondatore di questa religione che il suo Vicario in terra risultasse contemporaneamente un monarca, nella cui persona sono racchiusi tutti i poteri e le immunita’ di un capo di stato,  ed anche un Pastore supremo di anime da guidare  per un Regno che non è di questo mondo.
Nel corso dei secoli personaggi  illuminati e anime nobili,  uno  fra tanti Antonio Rosmini,  per decenni posto all’indice e successivamente beatificato, spesso hanno denunciato questa anomalia sostanziale  al fine di esortare la Chiesa ad abbandonare il perseguimento  dei beni terreni e le alleanze con i potenti di turno  per abbracciare la virtù fondante del cristianesimo e cioè l’umiltà; ma gli interessi per proteggere un ingente patrimonio materiale  hanno impedito tale realizzazione mettendo in atto, specie nel passato,  anche  guerre che  hanno creato inimicizie, lutti, vendette di cui anche la città di Perugia è stata testimone (vedi i moti insurrezionali  del 20 giugno del 1859  che hanno lasciato come eredità un ricordo infausto data l’inconciliabilità tra il sangue sparso soprattutto di innocenti (donne e bambini)  e di patrioti  e l’insegnamento di Cristo).
   Gli avvenimenti scandalistici  di questi  ultimi anni si ricollegano proprio alle decisioni e al comportamento  del  potere temporale  rappresentato da alcuni prelati curiali anche di spicco e spesso vicini agli  ultimi Papi,   i quali  attraverso manovre poco chiare, trasferimenti sospetti, raggiri finanziari per nulla cristallini, acquisto di immobili di altissimo valore a prezzi di favore,  accordi illegali e pericolosi con gente potente ed inaffidabile e  manovre di palazzo di infausta memoria hanno fatto scadere la moralità, la spiritualità  purtroppo anche  del credo  cristiano.  La pietra dello scandalo di questo comportamento  ambiguo  è stato negli anni lo I.O.R. (la banca vaticana) voluto da Pio XII con lo scopo iniziale di far fruttare i capitali che dovevano essere impiegati per la realizzazione delle cosiddette Opere di Religione, e poi sostenuto dai papi che a lui sono succeduti.  Purtroppo entrando nella morsa del potere finanziario, se non si è scaltri come i serpenti, si finisce per essere stritolati. Questa banca si è trasformata col tempo  in un gruppo di affaristi che nel nome del dio denaro ha permesso  fughe  massicce di  pacchetti azionari all’estero con la copertura dei cosiddetti poteri forti e di banchieri senza scrupoli al fine di evitare  il fisco italiano; la stessa banca si è resa responsabile anche di riciclaggio di denaro  dietro ricompense miliardarie per le sue casse ;  inoltre si è prestata, a scopo di lucro,  a svolgere un’attività illegale con l’accettazione di deposito di una maxi-tangente multi-miliardaria versata da Enimont  e  con il  successivo trasferimento illecito  su conti privati  in banche estere (ricavandone notevoli cifre per la mediazione prestata). Questi fatti sono stati riportati da una vasta letteratura  senza ombra di smentite ufficiali. (C. Augias, G. Nuzzi, S. Liviadotti).   Per questa attività assolutamente non trasparente rassomigliante più a quella di una banca Off-Shore nessun responsabile dello IOR  ha subito processi, perché i residenti della Città del Vaticano, per una legge concordataria, usufruiscono dell’immunità extra-territoriale. Al  massimo sono stati  sospesi dall’incarico  e trasferiti in altre sedi  meno compromettenti  ad attendere una serena vecchiaia.
La  cosa riprovevole è  che tutto ciò si è verificato all’ombra della Cupola di S. Pietro, luogo sacro per eccellenza, con il beneplacito di alcuni responsabili della gerarchia vaticana, che naturalmente hanno provato a negare ogni addebito, ma invano. Malgrado ciò  continuano a discettare dai loro scranni in tema di morale, di carità cristiana, di comunione dello Spirito, di rettitudine, di trasparenza.  Purtroppo le loro parole non sono  ammantate più  di verità come vorrebbe il loro ruolo e sicuramente non sono di buon esempio per  il popolo cristiano che prova smarrimento ed incertezza. Lo stesso Pontefice, da poco,  in un suo intervento ufficiale a tal proposito ha detto: “ Oggi non mi meraviglio perché molte persone non credono, al contrario mi meraviglio di quei cristiani che malgrado tutto rimangono nel seno della Chiesa”. Sono affermazioni che fanno riflettere e meditare a lungo per la loro gravità  e per la loro obbiettività.
  In tema di incoerenza della gerarchia riporto un esempio eclatante tra i tanti.  L’attuale  capo dei vescovi italiani, in tempi non sospetti,  riferendosi all’etica del cristiano affermò che era peccato grave per i fedeli non assolvere al pagamento delle tasse allo stato, molto giusto. Però dimenticava che il Vaticano non pagava da sempre l’ICI per gli immobili non facenti parte del culto (a causa di leggi permissive, giuridicamente  di ambigua  interpretazione); immobili che tra l’altro  producevano reddito.   E’ necessario sottolineare a questo proposito che una grossa fetta del  patrimonio immobiliare italiano appartiene alla Santa Sede e che una parte di esso è legata da sempre  a lasciti  di chi passa a miglior vita. Non sono inezie questi rilievi poiché   a causa della mancata riscossione di quanto dovuto  da parte del nostro  fisco    si son avute ripercussioni conseguenti, pesanti e negative  per noi contribuenti; ecco un esempio di come si può predicare bene ed agire nell’ombra in maniera poco chiara. La  Chiesa cattolica pur di incrementare i suoi introiti è scesa in campo anche quest’anno con  spot televisivi propagandando  oltre ogni  limite la sua carità  dimenticando che cristianamente bisogna sì fare il bene, ma  senza diffonderlo in ogni momento della giornata, anche perché  questa carità è frutto di una parte della nostra tassazione come contribuenti (l’8 per mille) che, bontà sua,  la Chiesa ne dispensa una quota  ai meno abbienti.  Per inciso sarebbe stato augurabile, per incrementare  questa carità,  che la Stessa avesse utilizzato una parte  della sua enorme  ricchezza  talvolta non legittima (ricavata anche dagli  scandali bancari) in favore di chi oggi soffre le pene dell’inferno sotto tende di fortuna (vedi i terremotati dell’Emilia) offrendo ad esempio alloggio sicuro mettendo a disposizione  molti istituti e conventi attualmente disabitati anche nella nostra regione. Questo sì che avrebbe  rappresentato un vero esempio di solidarietà e di vera carità cristiana! Le  visite  pastorali,  le omelie, la richiesta delle offerte durante la liturgia lasciano il tempo che trovano ai fini di contribuire in maniera concreta ad una risoluzione della grave problematica presentata oggi  dalle popolazioni emiliane.   
   Oltre che dal punto di vista strettamente economico-finanziario la gerarchia vaticana si è addossata in maniera del tutto incauta  gli effetti della questione morale a proposito del fenomeno diffuso della pedofilia  riguardante alcuni sacerdoti nel mondo.  Per commentare questo fatto mi aiuta  il Vangelo:”Per chi ha dato scandalo a piccoli innocenti sarebbe stato meglio per lui che si fosse legata una macina di mulino attorno al collo e si fosse gettato in fondo al mare”. A tal proposito un eminente porporato ( Angelo Sodano) cercò di sminuire il fenomeno della pedofilia definendolo un chiacchiericcio al quale non bisognava dare risalto e seguito. Qui la saccenteria e l’ipocrisia hanno  raggiunto un grado elevato. Al contrario l’iniziale silenzio ha permesso di non estirpare in tempo le radici velenose del problema; infatti per salvaguardare dei soggetti malati e non so se curabili, si sono prodotti danni di incalcolabile portata sulla salute spirituale , psicologica e fisica di migliaia di piccoli. La Chiesa adotta  una disciplina ferrea per certi comportamenti (ad esempio dei fedeli divorziati),  per altri prova a chiudere un occhio mostrando mitezza e comprensione fraterna.  Altro che mitezza, altro che trasferimenti in altra sede, erano necessarie  cure chirurgiche radicali!  Queste leggerezze  hanno creato sostanzialmente gravi danni alla Chiesa.  Perché per fare pulizia  si è dovuto attendere il 2010 anno  in cui  l’attuale Pontefice incominciò  a fare ufficiali denunce?  Si vuol far credere che, prima,  chi doveva non conoscesse   le   problematiche che si sono rivelate poi  tanto perniciose per le vittime ma anche per la stessa comunità cristiana. Una conclusione  non convincente. Ah  se il Pontefice fosse oggi  meno mite e più energico nell’allontanare  alcuni suoi collaboratori poco credibili  tralasciando  per una volta la prudenza,  la diplomazia, la signorilità!  
      Il Cardinale Carlo Maria Martini (ex capo della Diocesi di Milano), peraltro uno dei papabili all’ultimo conclave, così si esprimeva a proposito della Chiesa di Roma: “Mi sono sforzato di credere ad una chiesa diversa che procedeva per la sua strada in povertà e in umiltà, una chiesa libera da compromessi e dai legami con i poteri di questo mondo, una chiesa che dava spazio alle persone capaci di pensare in modo più aperto, una chiesa che sapeva incoraggiare i più fragili e i peccatori. Purtroppo deluso nelle mie aspettative non mi rimane che pregare per la Chiesa.
Facendo mie queste parole termino le mie considerazioni associandomi con convinzione alle riflessioni del Presule ambrosiano, sperando in un netto cambio di direzione da parte dei reggitori e dei responsabili   della  Chiesa di Roma (il potere e il denaro non vanno mai  a braccetto con Dio)  alla quale formulo il mio augurio per un futuro migliore dell’attuale a maggior gloria del suo Fondatore.