mercoledì 24 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
RIFLESSIONI DI’ UN CREDENTE SULLA GERARCHIA VATICANA DE DI OGGI
In ogni epoca le problematiche e le contraddizioni in seno alla chiesa cattolica sono nate soprattutto a causa della coesistenza in essa di una religione quella cristiana, i cui fini da perseguire sono da sempre di tipo spirituale, ed un microstato, la Città del Vaticano, con fini ed interessi terreni da raggiungere per mantenere un potere politico-diplomatico sul piano internazionale. Non era sicuramente nei progetti del Fondatore di questa religione che il suo Vicario in terra risultasse contemporaneamente un monarca, nella cui persona sono racchiusi tutti i poteri e le immunita’ di un capo di stato, ed anche un Pastore supremo di anime da guidare per un Regno che non è di questo mondo.
Nel corso dei secoli personaggi illuminati e anime nobili, uno fra tanti Antonio Rosmini, per decenni posto all’indice e successivamente beatificato, spesso hanno denunciato questa anomalia sostanziale al fine di esortare la Chiesa ad abbandonare il perseguimento dei beni terreni e le alleanze con i potenti di turno per abbracciare la virtù fondante del cristianesimo e cioè l’umiltà; ma gli interessi per proteggere un ingente patrimonio materiale hanno impedito tale realizzazione mettendo in atto, specie nel passato, anche guerre che hanno creato inimicizie, lutti, vendette di cui anche la città di Perugia è stata testimone (vedi i moti insurrezionali del 20 giugno del 1859 che hanno lasciato come eredità un ricordo infausto data l’inconciliabilità tra il sangue sparso soprattutto di innocenti (donne e bambini) e di patrioti e l’insegnamento di Cristo).
Gli avvenimenti scandalistici di questi ultimi anni si ricollegano proprio alle decisioni e al comportamento del potere temporale rappresentato da alcuni prelati curiali anche di spicco e spesso vicini agli ultimi Papi, i quali attraverso manovre poco chiare, trasferimenti sospetti, raggiri finanziari per nulla cristallini, acquisto di immobili di altissimo valore a prezzi di favore, accordi illegali e pericolosi con gente potente ed inaffidabile e manovre di palazzo di infausta memoria hanno fatto scadere la moralità, la spiritualità purtroppo anche del credo cristiano. La pietra dello scandalo di questo comportamento ambiguo è stato negli anni lo I.O.R. (la banca vaticana) voluto da Pio XII con lo scopo iniziale di far fruttare i capitali che dovevano essere impiegati per la realizzazione delle cosiddette Opere di Religione, e poi sostenuto dai papi che a lui sono succeduti. Purtroppo entrando nella morsa del potere finanziario, se non si è scaltri come i serpenti, si finisce per essere stritolati. Questa banca si è trasformata col tempo in un gruppo di affaristi che nel nome del dio denaro ha permesso fughe massicce di pacchetti azionari all’estero con la copertura dei cosiddetti poteri forti e di banchieri senza scrupoli al fine di evitare il fisco italiano; la stessa banca si è resa responsabile anche di riciclaggio di denaro dietro ricompense miliardarie per le sue casse ; inoltre si è prestata, a scopo di lucro, a svolgere un’attività illegale con l’accettazione di deposito di una maxi-tangente multi-miliardaria versata da Enimont e con il successivo trasferimento illecito su conti privati in banche estere (ricavandone notevoli cifre per la mediazione prestata). Questi fatti sono stati riportati da una vasta letteratura senza ombra di smentite ufficiali. (C. Augias, G. Nuzzi, S. Liviadotti). Per questa attività assolutamente non trasparente rassomigliante più a quella di una banca Off-Shore nessun responsabile dello IOR ha subito processi, perché i residenti della Città del Vaticano, per una legge concordataria, usufruiscono dell’immunità extra-territoriale. Al massimo sono stati sospesi dall’incarico e trasferiti in altre sedi meno compromettenti ad attendere una serena vecchiaia.
La cosa riprovevole è che tutto ciò si è verificato all’ombra della Cupola di S. Pietro, luogo sacro per eccellenza, con il beneplacito di alcuni responsabili della gerarchia vaticana, che naturalmente hanno provato a negare ogni addebito, ma invano. Malgrado ciò continuano a discettare dai loro scranni in tema di morale, di carità cristiana, di comunione dello Spirito, di rettitudine, di trasparenza. Purtroppo le loro parole non sono ammantate più di verità come vorrebbe il loro ruolo e sicuramente non sono di buon esempio per il popolo cristiano che prova smarrimento ed incertezza. Lo stesso Pontefice, da poco, in un suo intervento ufficiale a tal proposito ha detto: “ Oggi non mi meraviglio perché molte persone non credono, al contrario mi meraviglio di quei cristiani che malgrado tutto rimangono nel seno della Chiesa”. Sono affermazioni che fanno riflettere e meditare a lungo per la loro gravità e per la loro obbiettività.
In tema di incoerenza della gerarchia riporto un esempio eclatante tra i tanti. L’attuale capo dei vescovi italiani, in tempi non sospetti, riferendosi all’etica del cristiano affermò che era peccato grave per i fedeli non assolvere al pagamento delle tasse allo stato, molto giusto. Però dimenticava che il Vaticano non pagava da sempre l’ICI per gli immobili non facenti parte del culto (a causa di leggi permissive, giuridicamente di ambigua interpretazione); immobili che tra l’altro producevano reddito. E’ necessario sottolineare a questo proposito che una grossa fetta del patrimonio immobiliare italiano appartiene alla Santa Sede e che una parte di esso è legata da sempre a lasciti di chi passa a miglior vita. Non sono inezie questi rilievi poiché a causa della mancata riscossione di quanto dovuto da parte del nostro fisco si son avute ripercussioni conseguenti, pesanti e negative per noi contribuenti; ecco un esempio di come si può predicare bene ed agire nell’ombra in maniera poco chiara. La Chiesa cattolica pur di incrementare i suoi introiti è scesa in campo anche quest’anno con spot televisivi propagandando oltre ogni limite la sua carità dimenticando che cristianamente bisogna sì fare il bene, ma senza diffonderlo in ogni momento della giornata, anche perché questa carità è frutto di una parte della nostra tassazione come contribuenti (l’8 per mille) che, bontà sua, la Chiesa ne dispensa una quota ai meno abbienti. Per inciso sarebbe stato augurabile, per incrementare questa carità, che la Stessa avesse utilizzato una parte della sua enorme ricchezza talvolta non legittima (ricavata anche dagli scandali bancari) in favore di chi oggi soffre le pene dell’inferno sotto tende di fortuna (vedi i terremotati dell’Emilia) offrendo ad esempio alloggio sicuro mettendo a disposizione molti istituti e conventi attualmente disabitati anche nella nostra regione. Questo sì che avrebbe rappresentato un vero esempio di solidarietà e di vera carità cristiana! Le visite pastorali, le omelie, la richiesta delle offerte durante la liturgia lasciano il tempo che trovano ai fini di contribuire in maniera concreta ad una risoluzione della grave problematica presentata oggi dalle popolazioni emiliane.
Oltre che dal punto di vista strettamente economico-finanziario la gerarchia vaticana si è addossata in maniera del tutto incauta gli effetti della questione morale a proposito del fenomeno diffuso della pedofilia riguardante alcuni sacerdoti nel mondo. Per commentare questo fatto mi aiuta il Vangelo:”Per chi ha dato scandalo a piccoli innocenti sarebbe stato meglio per lui che si fosse legata una macina di mulino attorno al collo e si fosse gettato in fondo al mare”. A tal proposito un eminente porporato ( Angelo Sodano) cercò di sminuire il fenomeno della pedofilia definendolo un chiacchiericcio al quale non bisognava dare risalto e seguito. Qui la saccenteria e l’ipocrisia hanno raggiunto un grado elevato. Al contrario l’iniziale silenzio ha permesso di non estirpare in tempo le radici velenose del problema; infatti per salvaguardare dei soggetti malati e non so se curabili, si sono prodotti danni di incalcolabile portata sulla salute spirituale , psicologica e fisica di migliaia di piccoli. La Chiesa adotta una disciplina ferrea per certi comportamenti (ad esempio dei fedeli divorziati), per altri prova a chiudere un occhio mostrando mitezza e comprensione fraterna. Altro che mitezza, altro che trasferimenti in altra sede, erano necessarie cure chirurgiche radicali! Queste leggerezze hanno creato sostanzialmente gravi danni alla Chiesa. Perché per fare pulizia si è dovuto attendere il 2010 anno in cui l’attuale Pontefice incominciò a fare ufficiali denunce? Si vuol far credere che, prima, chi doveva non conoscesse le problematiche che si sono rivelate poi tanto perniciose per le vittime ma anche per la stessa comunità cristiana. Una conclusione non convincente. Ah se il Pontefice fosse oggi meno mite e più energico nell’allontanare alcuni suoi collaboratori poco credibili tralasciando per una volta la prudenza, la diplomazia, la signorilità!
Il Cardinale Carlo Maria Martini (ex capo della Diocesi di Milano), peraltro uno dei papabili all’ultimo conclave, così si esprimeva a proposito della Chiesa di Roma: “Mi sono sforzato di credere ad una chiesa diversa che procedeva per la sua strada in povertà e in umiltà, una chiesa libera da compromessi e dai legami con i poteri di questo mondo, una chiesa che dava spazio alle persone capaci di pensare in modo più aperto, una chiesa che sapeva incoraggiare i più fragili e i peccatori. Purtroppo deluso nelle mie aspettative non mi rimane che pregare per la Chiesa.
Facendo mie queste parole termino le mie considerazioni associandomi con convinzione alle riflessioni del Presule ambrosiano, sperando in un netto cambio di direzione da parte dei reggitori e dei responsabili della Chiesa di Roma (il potere e il denaro non vanno mai a braccetto con Dio) alla quale formulo il mio augurio per un futuro migliore dell’attuale a maggior gloria del suo Fondatore.
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