venerdì 2 marzo 2012

L’ALIMENTAZIONE NATURALE NELLA PREVENZIONE DEL CANCRO

Il tumore rappresenta la seconda causa di mortalità nei Paesi industrializzati.  Nel 2011 il numero dei nuovi casi in Italia è stato di circa 360.000 (200.000 a carico del sesso maschile, 160.000 per quello femminile). Secondo gli esperti tali numeri sono destinati ad aumentare.
Non  è nota  la causa certa del cancro, al contrario conosciamo molto bene i fattori che lo favoriscono e  che se fossero eliminati darebbero luogo ad una riduzione di questa malattia almeno dell’80%. Essi sono: il tabagismo, l’alcool, l’assenza di attività fisica e conseguentemente il sovrappeso, le radiazioni, alcuni virus (in particolare quelli dell’epatite e quello che causa il cancro del collo uterino),  gli inquinanti diffusi nell’ambiente in cui viviamo (vedi i pesticidi, le polveri sottili), i  farmaci, come alcuni  chemioterapici, che annullano le nostre difese immunitarie e soltanto in un ristretto numero di situazioni  possono risultare utili  e ultima in ordine di progressione, ma non per  importanza,  l’ALIMENTAZIONE.  Anche Ippocrate, universalmente riconosciuto come  il padre della medicina,   raccomandava di considerare  il cibo come un farmaco. Purtroppo anche oggi, nella maggior parte dei casi,  le nostre  prescrizioni  mediche  si basano  su una lista di farmaci più o meno efficaci e si  trascura di sottolineare l’importanza del  potere  curativo di alcuni alimenti  e  quello  distruttivo  di molti altri.
   Per cercare di invertire questa tendenza è necessario riflettere sulle caratteristiche delle  sostanze con le quali ci alimentiamo.
Sappiamo per certo che i cibi di derivazione animale,  consumati  quotidianamente, come tutte le carni in particolare quelle rosse, gli insaccati , il latte e tutti i suoi  derivati, a causa del loro alto  contenuto in proteine, in grassi  saturi e in colesterolo   forniscono all’organismo sostanze inadatte dal punto di vista salutistico, anche perché provengono da animali allevati in batteria quindi impediti nel loro movimento fisiologico, senza luce naturale, nutriti con mangimi artificiali o con granaglie ricche in grassi omega-6 (nocivi in alte quantità) e con farmaci come i corticosteroidei con il solo  scopo di incrementare il loro peso per fini esclusivamente commerciali. Inoltre per quanto riguarda la carne si sa che contiene numerose sostanze tossiche  derivate dal metabolismo anaerobico dei microbi della putrefazione  che peraltro  danno  luogo  alla  frollatura, processo importante per renderla  più tenera e quindi più commericiabile; (definirei la frollatura come una putrefazione sotto controllo);   per tale motivo  il fegato essendo impegnato al massimo grado  nel tentativo di disintossicarci da queste sostanze proteiche innaturali e tossiche   è costretto a trascurare la disattivazione di tutte le  sostanze cancerogene contemporaneamente presenti nel cibo, dovute al tipo di cottura (alla brace) come le nitrosamine, le amine eterocicliche;  i nitriti e i nitrati  utilizzati per la conservazione ed  anche  per dare a molti tipi di carne quel colore  di freschezza  rosso-vivo,  l’acrilamide  prodotta in corso di frittura, l’aflatossina B1 (il prodotto di un fungo che cresce  nella farina macinata e stagionata). Riporto, come esempio di quanto detto, l’esperienza  di uno scienziato americano Thomas Colin Campbell  che in un suo studio, esemplare per metodologia,  durato circa 20 anni e denominato “China Study” svoltosi in Cina  con la collaborazione anche di studiosi locali e terminato  nel 2005,  giunge alla conclusione che, a parità di presenza di sostanze cancerogene  nell’organismo,  se ci si limita all’ingestione quotidiana di proteine di origine animale soltanto  nella quantità del 5%  delle calorie totali  il cancro si può sviluppare, a parità di altre concause,  soltanto in un piccolissimo numero di casi;  il contrario si verifica  quando  la quantità somministrata è  al di sopra di questa percentuale. Da questi studi emerge anche l’evenienza che, quando il tumore si trova nella fase iniziale di  focolaio molto iniziale, l’abolizione dell’introduzione di cibi di origine animale può dare luogo ad un stop della  sua crescita. Questo risultato rappresenta la prova lampante della pericolosità di questo tipo di alimentazione. Faccio notare che queste conclusioni ottenute in laboratorio sono state confermate totalmente sull’uomo cinese e americano (popolazioni  scelte perché hanno  stili  alimentari alquanto diversi).
  Secondo le risultanze di questo studio anche  la presenza dei grassi saturi e del colesterolo  ha una rilevanza importante ai fini dell’insorgenza del cancro. I grassi saturi per le loro caratteristiche chimiche   creano depositi addominali e viscerali di tessuto adiposo che risultano  pericolosi dal punto di vista metabolico perché tra l’altro rendono meno attiva l’insulina (resistenza all’insulina) con conseguente  incremento reattivo  della stessa, da parte del pancreas, da cui deriva uno stimolo anomalo sulla  proliferazione cellulare.  Anche l’eccesso  di colesterolo può avere un’influenza sull’insorgenza del cancro;  prima di tutto perché è un precursore degli  ormoni steroidei (androgeni ed estrogeni) che svolgono un’azione determinante  per la crescita di alcuni tumori; secondo  perché le cellule tumorali sono affamate di colesterolo e quindi metabolizzandolo, rilasciano sostanze che comportano una riduzione della risposta immunitaria antitumorale (Nature Medecine- 2006). Anche il latte e i suoi derivati oltre ad essere molto ricchi di proteine animali, secondo studi recenti,  innalzano  i livelli di un ormone denominato IGF-1 (Insulin-like)  che aumenta di molto i rischi in modo particolare per i tumori della mammella, dell’ovaio, della prostata, proprio perché essendo un ormone della crescita favorisce la proliferazione delle cellule proprie di questi organi; infatti per la sua pericolosità, sul piano finalistico, dopo l’adolescenza cessa la produzione naturale dell’ormone IGF-1 da parte dell’organismo.  A questo punto desidero fare delle riflessioni su quale alimentazione può essere determinante per ridurre  l’insorgenza del tumore o per frenarne la crescita.
Sono convinto, dopo aver controllato numerosi studi in proposito,  che  è obbligatorio adottare, senza esitazione, una dieta vegetale. Questa  si basa sull’uso:  di cibi naturali, possibilmente biologici, come frutta, verdura, legumi di ogni tipo, carboidrati complessi non raffinati dall’industria  di cui sono fatti la pasta, il pane, il riso integrali;  di zuccheri non raffinati o ancora meglio di dolcificanti naturali,  di olio di oliva, olio  di lino, di girasole, questi ultimi due estratti a freddo per evitare modificazioni nocive apportate dal calore (produzione di acidi grassi-trans)  e  che,  insieme alla frutta secca,  risultano ricchi di grassi omega-3 e omega-6, presenti nel giusto rapporto 1 a 4, e che rappresentano dei rivitalizzanti del Sistema Immunitario,  dei fattori antinfiammatori e dei potenti regolatori della nostra circolazione. L’aggiunta non frequente  di pesce di piccola taglia  possibilmente non inquinato e nella dose corretta tale da non superare il 5%, come proteine, delle calorie totali giornaliere  può completare la nostra alimentazione  anticancro. L’insieme dei cibi sopra riportati sono completi sul piano nutrizionale  e non comportano l’uso di qualsiasi integratore aggiuntivo. Per sfatare una idea preconcetta di quanto detto  riporto,   come esempio il contenuto di Ferro e quello del Calcio rispettivamente negli alimenti naturali e in quelli di origine animale prendendo in considerazione la quantità contenuta in 500 calorie di alimenti: Fe=20 mg, Fe=2mg; Ca=525, Ca=212).  Ciò ci fa ricredere su molti nostri pregiudizi nel merito. Questo sistema di alimentazione  sicuramente è un modo efficace per allontanare lo spauracchio  del secolo.  In attesa dei progressi ulteriori che la scienza medica  farà in questo campo godiamoci quanto Madre Natura con sapienza infinita  ci fornisce negli alimenti naturali possibilmente senza apportare modificazioni e raffinazioni particolari che nel tempo si sono dimostrate commercialmente valide , ma salutisticamente portatrici di disastri di incalcolabile gravità.